Molti bambini attraversano la paura di avere un mostro sotto al letto (o paure simili). Oggi proviamo a capire il perché di queste paure e cosa sia possibile fare.
NOTA: no, non mi rivolgo sono ai bambini! Quei mostri, infatti, aleggiano anche nelle paure di noi grandi…
I mostri sono solo paure da bambini?
“Non esistono i mostri!“
Questa è una delle frasi che viene ripetuta più spesso ai bimbi, per rassicurarli. Ma siamo davvero sicuri che i mostri non esistano??
Facciamo un piccolo passetto indietro, mettiamoci in ginocchio, ad altezza bambini e guardiamo il mondo dal loro punto di vista.
I bambini (fino ai 10-11 anni circa) hanno un pensiero molto concreto (ce lo eravamo detti nell’articolo “Come spiegare la morte ai bambini“). Questo significa che hanno bisogno di cose visibili e conosciute per potersi fare un’idea di quello che concreto non è.
I mostri sono molto concreti: li si vede nei libri, nei cartoni…Sono un modo concreto per dare una forma all’ansia e alle paure. Anche perché, diciamocelo, voi riuscite a immaginarvi l’ansia e la paura?
Quindi, sì, i mostri esistono eccome! Semplicemente, cambiano forma nel tempo.
I mostri sono solo una delle tante forme che può prendere l’ansia. Il mostro sotto al letto è una manifestazione delle paure interiori, il modo che i bambini trovano per descrivere quello che hanno dentro.
Perché grandi e bambini hanno paura dei mostri?
Traduciamo:
I mostri fanno paura = le paure fanno paura
Più in generale, ci mette una grossa ansia tutto quello che è ignoto, sconosciuto (e qui nascono le varianti “paura del buio”, “paura dei fantasmi”). Ci fa paura tutto ciò che ci fa dubitare delle nostre risorse (ce la farò? No, non posso farcela!).
Altro significato dei mostri, poi,è la grossissima ansia da separazione, giustificata dall’età: “Da solo non sono in grado di sopravvivere, se tu genitore mi abbandoni o muori” (tié!) “morirò di sicuro anche io. Che ansia!“. Quest’ansia, talvolta, permane anche negli adulti.
Il fatto di non avere le risorse per cavarsela da soli apre, in grandi e piccini, uno scenario di mille altre paure: la paura dei ladri, la paura di essere abbandonati, la paura di perdersi, la paura di essere rapiti..
Quindi ci sono dei paure tipiche dell’età:
- Paura della separazione
- Paura di non sapersela cavare da soli
- Paura della morte
E poi ci sono delle paure soggettive:
- Legate a un’esperienza, a un film, a un racconto
- Legate alla propria storia e alla storia dei propri familiari
- Legate a una fase di passaggio (trasloco, inizio elementari, laurea, matrimonio…)
- …
Paura dei mostri sotto al letto: cosa fare?
Vi racconto quello che si consiglia di fare con i bambini, scommettiamo che vale anche per le ansie degli adulti??
- Mai criticare, giudicare o sminuire una paura.
- Ascoltare le paure. Come? Con i bambini più piccoli è possibile farlo attraverso i disegni (disegniamo il mostro di cui mi parlavi?), con il gioco (non direttamente il gioco dei mostri, ma nei giochi i bambini parlano delle proprie paure) o le fiabe (ogni fiaba, se ci pensiamo bene esprime una paura e dà voce alla paura dei bambini). Con i più grandicelli (grandicelli 😉 ) è possibile verbalizzarle. Quindi invitarli a parlare delle proprie paure, magari partendo dalle nostre (non per fare i protagonisti, ma per dare il via, creando un clima di apertura).
- Capire quale sia il significato più profondo di quella paura. I mostri stanno sotto al letto, ma sotto ai mostri c’è un altro significato che va capito. (tradotto per i grandicelli? Sotto alla paura del centro commerciale o alla paura dell’aereo, ci sono tanti significati che spiegano perché sia arrivata quell’ansia lì).
- Prendersi cura della vera paura. Questa è la parte difficile. In molti casi, bastano i passaggi precedenti + far capire al bimbo, grandicello o piccino, quali siano le sue risorse. In altri casi, il lavoro è un pochino più lungo e difficile e richiede l’intervento di uno psicologo.
Quando occorre lo psicologo?
Quando la paura diventa sempre più grande e intensa: impedisce di dormire, di andare a scuola (o al lavoro), intralcia le relazioni e/o diventa un pensiero fisso.
Nel dubbio di quale sia il vostro caso, provate a contattare uno psicologo per chiedere consiglio sul da farsi (eventualmente vi farà fare un singolo colloquio): esponete la situazione, spiegate quando è nata e come si è evoluta e cercate di capire insieme se possa davvero essere utile un percorso o meno.
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Il mostro nell’immagine si chiama Nick e asce dalla penna di Giulia – Juice for breakfast per il progetto “SOS attacchi di ansia e di panico. Cosa sono, cosa fare e come aiutare chi ne soffre“