Ce lo siamo detti un sacco di volte: la prima regola per affrontare l’ansia è NON evitarla. Lo so, lo so, è anche la primissima cosa che viene da fare. Del resto, a nessuno di noi piace vivere gli stati ansiosi. Il cuore batte veloce, il respiro è un po’ affannoso, la testa sembra poco lucida e il corpo è pervaso da quella spiacevole sensazione che stia per capitare qualcosa di brutto.
In generale, se proviamo a distrarci, l’ansia passa. Il cervello, portato a difenderci, registra che la reazione di evitamento ha come risultato un abbassamento dell’ansia, per questo sembra “programmato per evitare”. Sembra semplice, no?
Eppure l’ansia torna e, ogni volta, è sempre più prepotente e fastidiosa. Perché?
Racconta, dai…
Ok! L’ansia è un segnale di allarme e, in particolare, comunica che qualcosa dentro di te non sta andando per il verso giusto. Forse stai reprimendo un’emozione? Ti senti costretto in qualche ruolo? Sei schiacciato tra (bi)sogni e doveri? Ognuno ha le sue ragioni. [La lista è infinita!]
Il punto centrale è che, se non l’ascolti, l’ansia urlerà sempre più forte.
Io la paragono, spesso, a un bambino che piange, perché vuole la sua mamma. Possiamo distrarlo con una caramella, facendolo giocare o accendendo la tv sul suo cartone preferito. Per un po’ se ne starà buono buono, poi riprenderà a piangere. E così via infinite volte, finché non accoglieremo il suo bisogno.
L’ansia è proprio come quel bambino che piange. Va ascoltata!
La fai facile tu, dall’alto della tua laurea in psicologia!
Uhm no. Riconosco che sia difficile, ma ti assicuro che è possibile imparare a riconoscerla e ascoltarla. Provo a riasumere come.
3 passi per ascoltare l’ansia
Vediamo tre piccoli passi per imparare a conoscere l’ansia e ascoltarla, anziché evitarla:
1. FAI UNA MAPPA DELLE SITUAZIONI ANSIOSE
Ogni situazione in cui si presenta l’ansia sembra diversa, eppure c’è sempre un filo conduttore. Annota su un diario quando si presenta, cosa stavi facendo, con chi eri, cosa ti passava per la mente e che emozioni provavi un secondo prima che scattasse.
2. RIFLETTI SULLA MAPPA
Ci sono dei punti comuni tra una situazione e l’altra? Forse, d’impatto verrebbe da dire di no, eppure…prova a guardare meglio. Concediti qualche minuto per rifletterci. Cerca di individuare un filo conduttoe che, in maniera non necessariamente precisa, colleghi le divese situazioni che hai annotato.
3. LA PROSSIMA VOLTA CHE SI PRESENTA…
…dopo aver fatto la respirazione diaframmatica (o un qualunque altro esercizio di respirazione per tranquillizzarti), prova a capire se quella situazione possa, in qualche modo, essere connessa al filo conduttore che hai individuato.
Ehm, ho l’impressione che, da soli, si vada un po’ a rilento
Immagino, hai ragione. La cosa migliore, è quella di affidarsi a un esperto che conosca bene l’ansia e sappia aiutarti a “leggere meglio tra le righe”. In quel modo, non solo dovresti arrivare più velocemente a capire che cosa ti scateni ansia, ma sarà anche possibile mettere in atto qualche strategia per affrontarla (perché poi è per questo che stai leggendo questo articolo, o no?!).