Attacchi di panico e farmaci: facciamo chiarezza

Attacchi di panico e farmaci

Vorrei iniziare un percorso perché soffro di attacchi di panico..ma mi prescriverà dei farmaci?

 

In moltissimi casi, le persone hanno paura dei farmaci. Qualcuno teme diano dipendenza e teme di doverli prendere per tutta la vita, qualcun altro “vuole farcela da solo”. Poi, diciamocelo, nel Disturbo da Attacchi di Panico il tema del controllo la fa da protagonista e, in genere, la persona vive il farmaco come qualcosa di esterno, poco controllabile (“Sono io a dover avere il controllo su me stesso!“).

Oggi provo a fare un po’ di chiarezza sui farmaci. Cerchiamo di capire insieme se siano sempre necessari (“Si può guarire anche senza farmaci? Sono sempre necessari?“), se davvero creino dipendenza tanto da doverli prendere per tutta la vita e quali farmaci vengono generalmente prescritti.

DOVEROSA PREMESSA SU ATTACCHI DI PANICO E FARMACI

Io sono ho una formazione come psicologa e non posso prescrivere farmaci. Li conosco perché in alcuni casi i pazienti arrivano da me prendendo già delle terapie farmacologiche e perché, in altri casi, è necessario prescriverli. Devo avere a mente, quando lavoro, quali farmaci vengano utilizzati e perché, ma soprattutto quando sia necessario fare un invio allo psichiatra o al neurologo (non lasciatevi spaventare dai nomi: sono loro a occuparsi dei farmaci per i disagi psicologici!).

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Era un sacco che non facevi “doverose premesse”.
Ci mancavano molto, in effetti…

 

Attacchi di panico: si può guarire anche senza farmaci?

Partiamo, come sempre, dalla risposta semplice: nella maggior parte dei casi sì, si può guarire anche senza farmaci

Tuttavia, questo non vale sempre o non vale per tutti. Certamente, dagli attacchi di panico si può guarire e, nel caso in cui si decida di prescriverli, è molto probabile che i farmaci servano solo per un certo periodo di tempo. Diciamo che ci accompagnano per un pezzo del percorso e poi vengono gradualmente “abbandonati”.

Non so dire a priori quando servano i farmaci e quali. In ogni persona il disturbo di presenta in maniera diversa e ogni caso va valutato a sé. Nemmeno la gravità del sintomo può essere l’unica discriminante: ho avuto persone che sono rimaste chiuse in casa per gli attacchi di panico e ne sono uscite senza farmaco, altre che riuscivano a fare quasi tutto, ma hanno avuto necessità di prendere il farmaco per un certo periodo di tempo.

Nei casi in cui vengono presi, costituiscono uno strumento che la persona sceglie di usare (quindi, è la persona ad avere il controllo del farmaco e non il contrario) per un certo periodo di tempo: il farmaco aiuta a tenere a bada i sintomi e/o a evitare che si presentino altri attacchi, così la persona può concertarsi “tranquillamente” sul perché siano arrivati e come affrontarli, fino a quando non sarà completamente guarita. In genere, io propongo (ovviamente, sentendo lo psichiatra) di scalare il farmaco un po’ prima della fine della psicoterapia, in modo da valutare insieme come sia il distacco dal farmaco e comprendere quali difficoltà ci siano nel muoversi senza la “copertura” della terapia farmacologica. 

Sia nei casi in cui il farmaco sia necessario, sia quando non lo è,il primo step della psicoterapia è quello di eliminare (se possibile) gli attacchi di panico, cosa che avviene nel giro di poche sedute (in linea di massima, non più di una decina).

 

I farmaci per gli attacchi di panico creano dipendenza?

Gli studi ci dicono che solo la classe delle benzodiazepine, “per sua natura”, può dare dipendenza. Questo non significa che siano il male in terra, ma semplicemente che devono essere usati in maniera controllata dal medico (possibilmente lo psichiatra o al massimo il neurologo), senza mai abusarne. Del resto, le benzodiazepine andrebbero usate SOLO al bisogno e ora vi spiego perché.

Quali farmaci si usano per gli attacchi di panico?

Il Disturbo da Attacchi di Panico viene trattato (dal medico) attraverso due grosse classi di farmaci

  • Le benzodiazepine (per intenderci, Xanax, Lexotan, EN e generici)
  • SSRI, che nascono come antidepressivi, ma funzionano molto bene per l’ansia (per intenderci, citalopram, paroxetina)
1. Le benzodiazepine funzionano solo sul sintomo di ansia

Le benzodiazepine funzionano SOLO nel momento dell’attacco. Significa che, quando partono forti sintomi di ansia o di attacchi di panico, alcune gocce (o le pastiglie) di benzodiazepina riusciranno a tenere sotto controllo quell’attacco. Quindi, in generale, tutte le prescrizioni che suggeriscono di prendere benzodiazepine due volte al giorno in maniera fissa, hanno poco senso

La prescrizione più sensata è quella “al bisogno“, che tradotto significa: quando senti che stai per avere un attacco di ansia forte o un attacco di panico, prendi il farmaco

Ora, io lo so che di benzodiazepine viene fatto un largo abuso e che se dovessi aprire borse e zaini in metro li troverei in quelli di molti miei compagni di viaggio, tuttavia non sono sempre una buona soluzione. Perché?

Perché le benzodiazepine spengono il sintomo nel momento in cui si presenta, ma non risolvono il disturbo vero e proprio. Gli attacchi continueranno ad arrivare in futuro e, per spegnerli, ci si sente spesso costretti  a utilizzare più benzodiazepine. 

2. GLI SSRI FUNZIONANO SULLA PREVENZIONE DI ULTERIORI ATTACCHI

Gli SSRI spaventano, perché quando si apre il foglietto illustrativo troviamo scritto “antidepressivi”. In realtà, vengono prescritti per ansia e attacchi di panico, perché gli studi hanno evidenziato una loro utilità anche a questo livello (nonostante nascano come antidepressivi).

La loro funzione non è solo quella di tenere sotto controllo i sintomi nel momento in cui si presentano, ma servono proprio a prevenire ulteriori attacchi. Fatta semplice, potremmo dire che l’obiettivo degli SSRi è quello di “eliminare” gli attacchi.

E la psicoterapia a cosa serve?

Prendiamo una metafora che uso spesso: gli attacchi di panico sono come le spie che troviamo sul cruscotto della macchina (olio, acqua…).

Le benzodiazepine spengono solo la spia (ma il problema segnalato dalle spie rimane)

Gli SSRI spengono sia la spia sia il problema sottostante, ma non lo risolvono

La psicoterapia può spegnere la spia e il problema sottostante (talvolta con l’aiuto dei farmaci), ma aiuta a dare anche degli strumenti che sopperiscano a quel problema in modo da non aver più bisogno che il problema si presenti in futuro.

 

ESEMPIO CONCRETO:

M. soffre di attacchi di panico. Ancora non lo sa, ma gli attacchi di panico sono dovuti alla sua tendenza a reprimere la rabbia. Non la esprime mai e quella viene fuori sotto forma di attacchi ansiosi.

Con le benzodiazepine, nel momento in cui l’attacco di panico, M. spegne i sintomi ed evita di avere un attacco forte.

Con gli SSRI M. non avrà attacchi di panico finché prende il farmaco

Con la psicoterapia, M. impara a capire come funzionano gli attacchi, a non farne venire altri e a capire che è la rabbia repressa a scatenarli, quindi imparare a trovare un altro modo per esprimerla e gli attacchi non “avranno più bisogno di tornare”.

 

In soldoni, la psicoterapia per gli attacchi di panico serve sempre se vogliamo risolvere del tutto il problema. Possiamo dire (e non lo dico io!) che sia lo strumento principale per affrontare e “vincere” il problema degli attacchi di panico. In alcuni casi, per guarire, può essere utile usare uno strumento “esterno”, ossia la terapia farmacologica che aiuterà per un certo periodo di tempo.

Tutto chiaro? Su instagram, questa settimana rispondo alle vostre domande su attacchi di panico e farmaci (poi salvo nelle stories in evidenza!).

 

 

 

 

About The Author

Alessia Romanazzi

Psicologa e psicoterapeuta. Aiuto le persone ad affrontare momenti di stress temporanei o prolungati. Insieme cercheremo la tua personalissima soluzione per superare il momento critico. Mi trovi in studio a Saronno e a Milano. Attraverso Skype in tutto il mondo!

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