Attacchi di Panico: qualche informazione da tenere a mente

Sintomi attacchi di panico

Attacchi di panico: forse non tutti sanno che…

 1. L’ansia è una reazione naturale e fisiologica di paura e un attacco ha un durata piuttosto breve (10-30 minuti); la durata specifica dello stato di ansia varia a seconda  di ciò che si sta pensando o immaginando (pensieri come “mi sembra di impazzire” “Sto soffocando” “adesso muoio” amplificano ulteriormente lo stato ansioso, prolungandone la durata).

2. Fisiologicamente l’ansia si presenta come una curva, caratterizzata da un momento in cui sale, raggiunge un picco e infine decresce naturalmente. Di fatto, passa comunque da sola, anche se non facciamo assolutamente niente.

3.  Un certo stato di ansia è normale e fisiologico (ritornando sempre alla nostra curva, un normale stato d’ansia si colloca a metà tra la base e il picco). Essa è utile alla sopravvivenza personale, perché  protegge da eventuali pericoli e favorisce la motivazione, consentendo di affrontando meglio la situazione aumentando le prestazioni (ad esempio, maggior capacità di attenzione e concentrazione, migliori performance…). Si tratta dell'”ansia positiva”, quella che genera adrenalina, caricandoci positivamente.

4.   Anche se le sensazioni sono molto spiacevoli, il panico  di per sé non è pericoloso, bensì è influenzato e determinato dai pensieri che passano per la testa rispetto a ciò che sta capitando. Se ci fermiamo a riflettere, infatti, le situazioni in cui si presenta non sono realmente pericolose: è la persona che le vive come tali. Durante il “percorso di guarigione” sarà quindi importante imparare a vivere queste situazioni come “normali” e non più associate ad uno stato ansioso.

Ho cominciato ad avere questi attacchi nel 2009, nel momento in cui la mia carriera musicale stava decollando. Stavo facendo un servizio fotografico e ho iniziato a sentirmi come se stessi per avere un attacco di cuore. Successivamente ho trovato sempre più difficile muovermi, anche solo per fare un passo fuori dal mio appartamento. Le cose hanno cominciato ad andare meglio dopo che ho consultato uno psicoterapeuta che mi ha suggerito di iniziare a fare pace con i miei attacchi di panico.
– Ellie Goulding- 

5. Anche se i sintomi sono fastidiosi, gli attacchi di panico non indicano che la persona sta per diventare pazza. So che a volte gli stati ansiosi si presentano in maniera così acuta che il pensiero costante è: “Mi sembra di impazzire”, ma nonostante ciò è impossibile imparare gradualmente a tollerarli finché non spariranno (abbiamo anche visto al punto 2 che l’ansia si estingue naturalmente).

6.  La maggior parte delle persone che soffre di forti stati ansiosi e di attacchi di panico tende ad evitare tutte le situazioni che potrebbero provocarli: l’evitamento non serve a molto, anzi, anche se sul momento ci si sente tranquilli e al si sicuro, non si fa altro che rinforzare i sintomi ansiosi. Per superare il problema degli attacchi di panico è necessario riconquistare gradualmente la capacità di uscire e affrontare le diverse situazioni, associandole ad uno stato di tranquillità.

7.   E’ importante imparare ad accettare l’ansia, senza combatterla. Questo non significa che bisogna imparare a convivere con gli attacchi di panico (i percorsi psicologici/psicoterapeutici aiuteranno ad uscirne), ma è utile capire che una certa quota di ansia è normale e fisiologica in certe situazioni, poiché ci protegge da possibili pericoli e ci motiva.

8.   Per poter uscire dal problema degli attacchi di ansia e panico, è necessario imparare ad osservarli. E’ opportuno mettersi nella posizione di un osservatore privo di giudizio, che studia l’ansia cercando di capire come funziona (quando inizia, come si protrae, quali stati fisici sono associati alle diverse fasi della famosa curva) e quali sono le situazioni che la scatenano e quelle che invece sono associate a uno stato di tranquillità.

In preda al panico, il tempo si ferma: passato, presente e futuro esistono come una singola forza schiacciante. Quindi, perversamente, vuole il tempo per apparire a correre in avanti, perché il ‘futuro’ è l’unico posto dove si può vedere una via di fuga da questo sovraccarico insopportabile di sentimento. Ma in quei momenti tempo non si muove. E se il tempo non è in esecuzione, allora tutti gli eventi che noi pensiamo come passato o del futuro sono in realtà accadendo contemporaneamente. Questa è la cosa veramente terrificante. E si sta sussunto. Siete sepolti, come sotto una valanga, dal peso di eventi simultanei.
– Sebastian Faulks, Englebyk –

9.  Abbiamo visto che fuggire o evitare le situazioni che scatenano ansia peggiora il disturbo (l’ansia diminuisce solo al momento, ma in situazioni future tornerà in una forma più forte). E’ importante cercare di continuare a fare ciò che si stava facendo (so che sembra impossibile, ma si può fare, garantito!): non fermandosi lo stato di ansia andrà ad abbassarsi gradualmente (sì, sempre grazie alla nostra curva naturale) e sarà possibile, in poco tempo, riprendere a fare quello che già stavamo facendo in uno stato di maggior tranquillità.

10. In attesa che lo stato ansioso si abbassi, è possibile provare a distrarsi. Come? Ricorrendo ad alcune tecniche di distrazione. Ogni persona può individuare quelle migliori per sé. Un esempio può essere quello di infilare gli auricolari e ascoltare musiche che tranquillizzino o che diano la carica. Altra possibilità per distrarsi dall’ansia è quella di concentrarsi sui particolari dell’ambiente circostante, descrivendoli ad alta voce. Anche respirare con calma è utile, ma questo lo vedremo in un altro punto!

 

Sono solo a casa. Mi svesto e vado sotto la doccia. Le prime gocce scendono sul corpo e ALL’IMPROVVISO arriva il terrore; vedo solo le piastrelle del bagno distorte: oblique formano dei rombi. È la fine. Qualcosa che è indipendente dalla mia volontà mi sta portando alla morte. Non uscirò vivo da questo bagno, ne sono sicuro, questi sono i miei ultimi minuti di vita.
– Giovanni Allevi (parlando dei propri attacchi di panico) – 

11Mai sentito parlare della profezia che si autoavvera? In poche parole significa che ciò che ci aspettiamo o temiamo molto probabilmente accadrà. No, non perché siamo dei bravi veggenti, ma perché i nostri pensieri influenzano il nostro modo di agire e i nostri stati d’animo. Chi soffre di attacchi di panico, infatti, si ritrova spesso a vivere nuovi attacchi solo a causa della forte paura che essi si ripresentino.

12. Adotta la politica dei piccoli passi. Buttare in acqua una persona che non sa nuotare non l’aiuterà granché! Lo stesso meccanismo vale per gli attacchi di panico: bisogna imparare gradualmente ad affrontare le situazioni che fanno paura, senza fretta e suddividendo le situazioni difficili in statti sotto-obiettivi, i quali ci appariranno più facilmente affrontabili e alla nostra portata.

13. Impara a respirare! Forse avrete notato che quando si verifica l’ansia si tende a respirare in maniera più affannata. Addirittura, durante gli attacchi di panico si ha la sensazione di soffocare. Insomma, l’ansia influenza il respiro. Con semplici tecniche di respirazione è possibile comunicare al corpo e alla mente che va tutto bene, tornando in uno stato di tranquillità. QUI trovi una semplice, ma efficace tecnica di respirazione.

 

Tratto da: Galassi e Barciulli, Terapia integrata nel disturbo di panico con agorafobia

 

Se la questione ti ha colpito da vicino, vuoi ricevere maggiori informazioni o senti la necessità di intraprendere un percorso, contattami,
sarò lieta di rispondere a ogni tua domanda.

      Per ulteriori informazioni sul progetto “SOS Ansia e Panico” clicca QUI.

About The Author

Alessia Romanazzi

Psicologa e psicoterapeuta. Aiuto le persone ad affrontare momenti di stress temporanei o prolungati. Insieme cercheremo la tua personalissima soluzione per superare il momento critico. Mi trovi in studio a Saronno e a Milano. Attraverso Skype in tutto il mondo!

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