Chi è capace di prendersi del tempo per sé?

Chi è capace di prendersi del tempo per sé?

Nella maggior parte delle storie che ascolto c’è poco spazio per se stessi. In genere, c’è una lunga lista di doveri e impegni a cui star dietro, mentre il tempo per i propri bisogni viene al massimo sognato e ampiamente desiderato, senza trovare mai un tempo vero.

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Tempo fa avevamo parlato delle motivazioni per cui rilassarsi sembra essere così difficile (“Chi è capace di rilassarsi?“). Oggi proviamo a dare qualche piccola “soluzione”.

Prendersi tempo per sé: come fare?

Ormai lo sapete, qui sopra non arriva mai la lista delle ” 10 cose da fare per…“, credo poco a quella cosa. Sono dell’idea che ognuno abbia il proprio modo di essere e, quindi, le proprie personalissime soluzioni.

Quello che cerco di fare, qui sopra e sui social, è dare alcuni spunti di riflessione, che ognuno può rigirare a proprio piacimento (non solo i percorsi di psicoterapia, ma anche le tips sono su misura, insomma!!).

Vediamo qualcuno di questi spunti per provare a prendersi del tempo per sé.

1. Mettere un limite alle richieste degli altri

E già partiamo difficilissimo, lo so. Chi non sa prendersi tempo per sé difficilmente sa dire di no. Ci pensa, va vicinissimo a dirlo, ma poi non ci riesce. Per farlo, è possibile farlo in modo assertivo: dire di no, in un modo che non faccia rimanere male gli altri, ma che permetta di rispettare i nostri bisogni.

QUINDI COSA POSSO FARE? Qui potremmo parlarne per ore, ma una tecnica efficace è quella del sandwich (ma io mi immagino sempre un macaron, perché mi piacciono un casino!): infilare il no tra due frasi positive.

Esempio: “Grazie per avermi chiesto aiuto, mi fa davvero piacere. In questo momento, tuttavia, non ho davvero tempo per poterlo fare al meglio. Più avanti ci sarà sicuramente occasione, se avrai ancora bisogno“.

2. Riconoscere di avere dei limiti

E’ inutile, non riusciamo a dire di no, anche perché ci piace un sacco quando ci guardano ed esclamano: “Ma come fai a fare tutto?Sei un mito!“. Siamo affezionati a quell’immagine.

QUINDI COSA POSSO FARE? Riconoscere di avere dei limiti e che non ci sia nulla di male in questo è un passo importantissimo, che ci permetterà anche di dire qualche no in più senza sentirci subito sminuiti.

Esempio: definire a priori in quali giorni e orari siamo disponibili, imparare a delegare (senza pensare che “delegare” sia una parolaccia!)

3. Siamo proprio sicuri di non avere davvero tempo?

Altra questione scottante è relativa al fatto di come gestiamo il tempo. Ci sono milioni di libri e video su questo, I know. Tuttavia, vedo spesso persone che pensano di non avere tempo per non sono capaci di avere tempo libero.

Procrastinano le cose che devono fare e il tempo che si prendono per sé (ad esempio, guardando i social o cazzeggiando per casa) e in sottofondo hanno la vocina che dice continuamente: “Hai quelle cose da fare!! Stai perdendo tempo!“. Il risultato è che il tempo libero viene letto come “tempo perso” (=non goduto) e gli impegni sembrano sempre lì a guardarci con il fucile spianato.

QUINDI COSA POSSO FARE? Per quanto possibile, provate a definire quale sia il vostro tempo libero.

Esempio: dopo cena ci sono ancora alcune cose da fare e le rimandiamo “perdendo tempo” (!) sui social. Proviamo a definire già da subito che quei 15 minuti trascorsi sui social sono tempo libero, in quei minuti è VIETATO occuparsi dei doveri incombenti.

4. Immaginiamo che quel tempo sia un ordine del capo

Questa è una cosa che ripeto spesso, anche in terapia: “Se questo momento libero ce l’avesse ordinato il capo, scommetto che troveremmo al volo il tempo per farlo (anche se controvoglia e mugugnando)“. Perché non vale lo stesso per i bisogni e per il tempo libero?

QUINDI COSA POSSO FARE? Iniziamo a vedere il tempo libero come uno spazio a sé stante. Il tempo libero non è una parentesi tra altri impegni, ma ha una forma e dimensioni proprie. Dobbiamo difenderlo. Come? Immaginate che sia un “impegno” (ma non troppo, altrimenti diventa ugualmente pesante).

Esempio: definiamo (con la dovuta flessibilità) che quella fascia oraria/quel pomeriggio/quei 10 minuti saranno liberi. Se ci va, possiamo iniziare a pregustarcelo qualche giorno prima, pensando a cosa ci andrebbe di fare in quella finestra di tempo.

E poi…

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Sui social, questa settimana, faremo una sorta di challenge per darci man forte sul tempo libero da difendere.

NOTA dell’1.03.2020: queste settimane, causa coronavirus, sono davvero libere per molti di noi. Ci scommetto che in pochi sono riusciti a viverle davvero come tempo libero.

About The Author

Alessia Romanazzi

Psicologa e psicoterapeuta. Aiuto le persone ad affrontare momenti di stress temporanei o prolungati. Insieme cercheremo la tua personalissima soluzione per superare il momento critico. Mi trovi in studio a Saronno e a Milano. Attraverso Skype in tutto il mondo!