Come funziona la terapia cognitivo-comportamentale


Oggi, su www.guidapsicologi.it, nella sezione “Lo psicologo risponde” Irene domandava cosa fosse la terapia cognitivo-comportamentale e come funzionasse. 
Spesso, noi addetti ai lavori diamo un po’ per scontato il funzionamento delle diverse terapie. fermo restando che il fattore primario per il buon funzionamento di un percorso sia quello di trovare bene con il proprio psicologo/psicoterapeuta (non mi stancherò mai di ripeterlo: è un lavoro che va a pelle!), posto qui la mia risposta, sperando che sia utile a far un po’ di chiarezza in merito a questo metodo di lavoro!

“Cara Irene,

Nella terapia cognitivo-comportamentale si cerca di capire quali sono i pensieri e i comportamenti che aiutano a mantenere uno stato di disagio o costituiscono un ostacolo e, attraverso il lavoro, si cercano altri pensieri o comportamenti che siano più funzionali e utili.

Provo a farti un esempio concreto. Io la uso spesso con pazienti che tendono a smangiucchiare in maniera compulsiva a causa della fame nervosa. Capita spesso che queste persone mangino in risposta a situazioni che generano in loro sentimenti quali noia o rabbia, ossia sentimenti che non sanno gestire (quindi “ci mangiano sopra per non sentirli”, è un po’ come se il cibo prendesse il posto di quell’emozione). Io raccolgo un pochino la loro storia di vita per capire quali sono stati, nel tempo, i limiti che le hanno ostacolate e le risorse, che al contrario le hanno aiutate a raggiungere le proprie mete in maniera positiva. Questo serve a farmi un quadro generale e a capire come la persona sia arrivata fino ad oggi. Poi facciamo un quadro delle situazioni in cui mangia, cerchiamo di capire quando accade, quali pensieri si scatenino in quel momento (esempio: “Il capo mi ha gridato. Non valgo nulla. Mangio, tanto son buona solo a far quello!” e se si avvertano delle emozioni (rabbia, noia, tristezza…). Si lavora poi su di essi, perché ogni pensiero contiene, più nel profondo, un’idea di noi e degli altri che ci guida e ci fa mettere in atto certi comportamenti, più o meno utili.

Questo è un esempio, poi ovviamente le tecniche si applicano a seconda della persona e del disagio che presenta (mi trovo benissimo ad usarle anche per ansia e attacchi di panico, ad esempio)

Spero di averle schiarito un pochino le idee (e non confuse ulteriormente!). Se ha altre domande, siamo qui!

In bocca al lupo per il suo percorso!”

Spero che le idee si siano schiarite un pochino anche a voi, in caso contrario scrivetemi: sarò leta di rispondere ai vostri dubbi!

About The Author

Alessia Romanazzi

Psicologa e psicoterapeuta. Aiuto le persone ad affrontare momenti di stress temporanei o prolungati. Insieme cercheremo la tua personalissima soluzione per superare il momento critico. Mi trovi in studio a Saronno e a Milano. Attraverso Skype in tutto il mondo!

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