E tu sai quando arriva l’attacco di fame nervosa?

E tu sai quando arriva l'attacco di fame nervosa

Sembra logico: com’è possibile non sapere quando ho avuto l’attacco? Basta farci caso!
Invece no, non è così semplice. Se ti sembra di non riuscire a renderti conto dei tuoi attacchi di fame nervosa, non è solo una tua difficoltà: la maggior parte delle persone che soffre di abbuffate frequenti non sa quando arriva l’attacco di fame nervosa.

Anzi, ti dirò di più: nella maggior parte dei casi, dopo l’attacco di fame nervosa si attivano tutta una serie di rimorsi e di sensi di colpa dati dal fatto di “aver perso la bussola” senza quasi essersene resi conto. Questi sensi di colpa portano la persona a dichiarare convinta: “Non lo faccio più, giuro che questo è l’ultimo!” E giù con la dieta ferrea, fino al prossimo attacco. E’ il famoso circolo delle abbuffate.

DOVEROSA PRECISAZIONE: parlo di fame nervosa, per semplicità e per poterci capire meglio. Tuttavia, faccio riferimento a chi ha frequenti attacchi di fame, che possono portare alle abbuffate. Nei casi più significativi, parliamo di binge eating disorder (disturbo da alimentazione incontrollata).

Come funziona l’attacco di fame nervosa?

Durante gli attacchi di fame nervosa la persona appare confusa, non ricorda sempre quando, perché e come si sia manifestato l’attacco. Questo capita soprattutto quando si tratta di una modalità frequente (non parlo di chi torna a casa una tantum e, nervoso per la giornata, mangia un pacchetto di biscotti, bensì mi riferisco a chi lo fa “regolarmente”).

Il punto è questo: chi soffre di frequenti attacchi di fame nervosa “non ha una connessione” emozioni-parole. Sente che qualcosa gli frulla dentro, ma fatica a identificarlo. Difficilmente, riesce a capire che quella irrefrenabile voglia di mangiare è legata a un evento, a qualcosa che ha scatenato in lui delle emozioni. 

Quando, in seduta, proviamo a capire cosa sia successo, spesso la persona mi risponde: “Mah, niente. Io mangio perché ho fame. No, non c’è un motivo preciso“. I più lungimiranti azzardano: “Forse per noia o forse ero nervoso..Ma sì, niente di che…“.

Per certi versi, il problema delle abbuffate è molto simile ai disturbi di chi ha vissuto un trauma in passato: la persona prova qualcosa, che la fa sentire in un certo modo, ma non sa spiegarlo nemmeno a se stessa. La persona, di fatto, non si rende conto delle proprie emozioni.

Perché capire “quando” è avvenuto l’attacco di fame nervosa è così importante?

Capire quando si è scatenato un attacco di fame nervosa è importante per fare una mappa del sintomo. L’idea è che in ogni situazione noi proviamo delle emozioni, facciamo dei pensieri e mettiamo in atto dei comportamenti.

Vediamo insieme un esempioABBUFFATA

 

SITUAZIONE: Ero a casa mia, alle 17.00, ero appena rientrato dal lavoro ed ero da solo

PENSIERO: “Non ho niente da fare che palle!” “Uff che noia” “Immagine del mio capo che mi riempie di cose da fare”

EMOZIONE: Noia. Senso di costrizione/impotenza. Lieve irritazione

COMPORTAMENTO: apro il frigo e mangio.

Questa scheda, che appare semplicissima, in realtà richiede molto tempo per essere compilata per intero. Le prime volte non si capisce bene cosa passasse per la testa oppure non si riesce a rintracciare un’emozione. Sembra che la testa sia vuota e che non ci siano emozioni precise. E’ come se l’abbuffata cancellasse tutto ciò che proviamo o pensiamo.

Capire cosa abbia scatenato il comportamento di abbuffata in certe situazioni, però, è fondamentale per capire cosa scateni la voglia di mangiare e andare alla radice del problema. Alcune persone mangiano ogni volta in cui si sentono costrette, con le spalle al muro, impotenti. Altre mangiano per rabbia (repressa). Altre ancora per senso di inadeguatezza. Alcune (molte) persone hanno tutte queste ragioni insieme, ma non lo sanno.

Ci sono certe emozioni che sono così intollerabili che il cervello va in “black-out” e porta a mangiare sopra quelle stesse emozioni in modo da non sentirle.

Come se ne esce?

E’ un percorso lento, pieno di buche. In linea di massima, si ricostruisce pazientemente il filo che collega emozioni, pensieri e parole

Quando è successo? Ok, ripercorriamo insieme la situazione e i pensieri che aveva in quel momento. Sono simili durante le abbuffate? Come si è sentito in quelle occasioni? In quali altri momenti di vita si è sentito così?“.

Queste sono le domande principali per ripercorrere l’attacco e il significato. La fame nervosa è un sintomo e, come ogni sintomo, va ascoltato e compreso affinché passi. Non si può combattere, non si può ridurre tutto alla forza di volontà. Te lo sarai sentito ripetere un milione di volte: “Basta distrarsi, basta volerlo“. Ignorare il sintomo e fingere che non esista funziona solo sul momento (quindi funziona nel singolo attacco di fame nervosa), alla lunga quello torna a farsi sentire in maniera più forte, facendoti sentire frustrato e affaticato. Il sintomo non può essere ignorato, va capito!

 

E tu sai capire quando, come e perché arrivano i tuoi attacchi di fame nervosa?

 

About The Author

Alessia Romanazzi

Psicologa e psicoterapeuta. Aiuto le persone ad affrontare momenti di stress temporanei o prolungati. Insieme cercheremo la tua personalissima soluzione per superare il momento critico. Mi trovi in studio a Saronno e a Milano. Attraverso Skype in tutto il mondo!

COMMENTI FACEBOOK

Leave A Response

* Denotes Required Field