Bel dilemma quello del fumo! Da un lato sappiamo che fa male e vorremo avere quasi la bacchetta magica affinché i nostri cari possano smettere senza problemi e senza farsi del male ulteriore. Dall’altro, sappiamo che imponendoci otterremmo ben poco, pertanto cerchiamo di lanciare consigli e avvertimenti, senza essere di troppo peso.
Lavorando nell’ambito della disuassuefazione da fumo, misuro anche il livello di motivazione dei pazienti e spiego loro che per smettere è necessario che siano motivati loro in primis a farlo (piccola parentesi, mai mettere la questione sul “basta avere forza di volontà” perché viene facilmente stroncata con un “io non ce l’ho, quindi non posso smettere!”; al contrario della forza di volontà, la motivazione può venire nel tempo).
E’ possibile, però, spiegare a suo marito che certamente capisce il suo momento di stress e che la sigaretta è spesso un aiuto per placare le ansie. Si tratta di un momento nostro, in cui nessuno può entrare (ed ecco perché pesano le persone che ci dicono dall’esterno cosa dovremmo fare). Del resto, la sigaretta è come i ciuccio per bambini: calma e rilassa! Può anche provare a dirgli che ci sono certamente dei modi alternativi per affrontare i momenti di stress. Se ha voglia, può anche suggerirgli dei centri (ma qui la questione va calibrata bene, perché potrebbe essere vissuta anche questa proposta come un’intrusione e quindi rigettata a priori).
Vi faccio un grosso in bocca al lupo“
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