Oggi vi propongo un’intervista fatta a G., che di anni in realtà ne ha 29. Il titolo, però, rende bene l’idea rispetto a quello che le ho chiesto di raccontare: il momento di confusione che si vive nel momento in cui si raggiunge un momento (o un’età) che segna un punto di svolta.
Come ormai saprete, i momenti di passaggio portano sempre con sé grandi bilanci, grossi dubbi e profonde confusioni. In alcuni casi, riusciamo a risolverle più o meno tranquillamente, in altri ci blocchiamo. Capita a diverse età, ma devo dire che il passaggio dall’adolescenza/gioventù all’età adulta è quello che mi capita di vedere più frequentemente (insieme ai blocchi in adolescenza).
Lascio la parola a G. che, come vedrete, ha un modo di raccontarsi chiaro e brillante. E’ sempre andata dritta e spedita al punto lei, fino a quando non ha capito che fosse arrivato il momento di prendersi una pausa! =)
Quali motivazioni o problemi ti hanno spinto a intraprendere questo percorso?
E’ semplice, mi sentivo letteralmente persa. Io ero sempre andata dritta, veloce come un treno. Ho sempre avuto l’impressione di sapere cosa volessi e, a costo di sputarci il sangue e rovinarmici i gomiti, ho sempre cercato di ottenerlo. Ahahahah Aspetti che, detta così, sembro un mostro. La spiego meglio: sapevo quello che volevo fare da grande e ho studiato per diventarlo, ho sempre avuto un sacco di amici, alcuni molto stretti, avevo un fidanzato da 7 anni. Tutto alla grande insomma. Fino al baratro!
Quali problemi sono emersi? Che impatto avevano questi problemi sulla tua vita?
Ho avuto l’impressione che siano arrivati una mattina all’improvviso. Ero in macchina per andare al lavoro, me lo ricordo come se fosse ieri: passano alla radio una canzone che mi ricorda l’estate dei 16 anni. Inizio a piangere e non capisco perché. Ero stata felice quell’estate, certo avevo le mie pippe mentali da adolescente, però credo di essermela anche abbastanza goduta l’adolescenza. Comunque, sul momento ci faccio poca attenzione, ma è stato quello il momento in cui ho iniziato a entrare in paranoia.
Da lì ho iniziato a mettere in dubbio TUTTO. Giuro, tutto. Chi sono, cosa faccio, il lavoro, il mio fidanzato, quello che voglio per il futuro. In quel periodo si parlava di matrimonio, tra l’altro. Felicissima fino al giorno prima, anche l’abito bianco è diventato assurdo. Tutti i dubbi che non avevo avuto in una vita hanno iniziato ad assillarmi in quel periodo. Mi sembrava tutto senza senso, ma soprattutto mi sembrava di non avere un briciolo di consapevolezza, nessuna certezza.
Cosa tremenda: tutti mi avevano sempre vista forte e lì hanno iniziato a vedermi crollare. Ho iniziato a litigare tantissimo con lui e a mettere in dubbio l’idea del matrimonio. Tutti i suoi difetti mi sembravano oscurare i suoi pregi. Mi chiedevo: possibile che non li abbia mai visti prima? Ma chi mi sposo?
E poi, va beh, domande a catinelle anche sul lavoro: volevo fare davvero quel lavoro? Cosa mi aveva spinto a farlo? Il lavoro della mia amica sembrava più interessante, forse non avevo preso in considerazione tutte le possibilità quando ho scelto l’università.
L’unica cosa che non ho messo in dubbio sono state le amicizie. In terapia, ho poi capito che i dubbi erano dovuti alla paura di andare avanti e le amicizie, da quel punto di vista, non avevano alcun peso, quindi non le ho inserite nelle mie pippe mentali!
Quali erano i tuoi dubbi prima di cominciare?
No, io non avevo grossi dubbi, onestamente. Ahahhahah li avevo su tutto, ma non sul percorso. Ho aspettato un attimo, sì, ma nemmeno troppo. Mi pesava sentirmi così tanto dubbiosa e fragile.
Cosa è cambiato durante il percorso?
Mi sono messa tranquilla, per la prima volta nella mia vita. Ho iniziato con la frenesia del voler capire, ma le sue parole al primo incontro non me le sono più scordate: “Partiamo dalla storia di vita. Serve a me per conoscerla e capire come sia arrivata fin qui e a lei per iniziare a mettere un po’ di ordine. Poi pian piano capiamo“.
Mi ricordo la sensazione fisica, i muscoli che si rilassavano. Avevo l’impressione che lei sapesse esattamente ciò che stava facendo e questa cosa mi bastava. Non so perché, visto che sono una che deve avere tutto sotto controllo!!!!!!!!
Qual è il beneficio più grande che ti porti a casa da questo percorso?
Non è per fare la leccaculo, ma onestamente mi porto a casa i pezzi del puzzle messi a posto [quando si parla di confusione, dico spesso che le persone portano i loro pezzi del puzzle e io delle tecniche per aiutarle a dargli un senso. Alla fine del percorso, ogni pezzo dovrebbe essere andato al suo posto. N.d.T.].
Se guardo la mia vita, nei fatti, non ho cambiato chissà cosa: il fidanzato poi è rimasto, il lavoro anche, le amiche ovviamente. Però, io poi a un certo punto ho avuto la percezione che me la fossi scelta e che non mi fosse più capitata per caso.
Come vedi oggi il tuo futuro?
L’anno prossimo mi sposo! Eheheheh Lei mi ha detto che, probabilmente, ero andata in crisi anche per questo, perché queste cose segnano un passaggio di vita che è più importante di quel che sembra. Aveva ragione!
Comunque, lo vedo più tranquillamente il futuro. Corro sempre come un treno, perché sono fatta così, però adesso vedo quello che passa fuori dal finestrino!