Mio figlio ha paura del buio

Orsacchiotto triste | Mio figlio ha paura del buio

La paura del buio è tipica dei bambini, ma son quasi certa che tra di voi ci sia qualcuno che vive con un po’ (o molto timore) il rimanere a luci spente, pur essendo adulto. Le motivazioni di adulti e bambini che hanno paura del buio non sono poi così dissimili.

Come abbiamo fatto per la paura dei mostri, capiamo insieme a cosa serva la paura del buio e cosa possiamo fare.

Paura del buio nei bambini: come si presenta

In genere, la paura del buio nei bambini (ma come dicevamo, forse anche negli adulti) si presenta con un’ansia crescente al momento di andare a dormire, che in genere viene puntualmente ritardato con le più svariate richieste (pipì, bere, ancora una storia, stai qui ancora un pochino…).

In alcuni casi, il bambino non riesce ad addormentarsi da solo* o nel proprio letto e richiede di dormire nel lettone. Oppure, è possibile che si svegli costantemente durante la notte chiedendo al genitore di stargli vicino o “invadendo” direttamente il lettone.

*con “addormentarsi da solo” faccio riferimento alla fase successiva alla classica routine della nanna (denti, pigiama, fiaba e coccole). Se non avete instaurato una routine della nanna, può essere una buona idea partire da qui.

Paura del buio nei bambini: a cosa serve?

Partiamo dalle basi: le paure servono. Ce ne sono alcune che sono proprio fisiologiche, ossia normali per una certa età. Altre che sono un po’ meno tipiche del’età, ma comunque hanno un significato soggettivo da non sottovalutare.

In entrambi i casi, la paura non è rivolta al buio in sé, quanto a quello che il buio rappresenta.

In generale, per la maggior parte dei bambini, la paura del buio è connessa a un’ansia da separazione dal genitore. Lo so, lo so che la maggior parte di voi sta già contestando: “Ma sono nella stanza accanto”. Già, voi sì, ma il bimbo sta per addormentarsi e sta per finire in un mondo lontano, quello dei sogni, e non è ben certo che durante questo viaggio voi siate ancora lì ad aspettarli, potreste improvvisamente sparire (tiè, tocca ferro e cornetti). Prendete sul serio la loro paura, perché per loro è davvero una questione serissima.

Pensiamoci bene: nei film, nei racconti, nelle leggende tutte le cose un po’ strane e pericolose avvengono avvolte nell’oscurità. E’ qualcosa che, guardando il piccolo grande schermo, spesso tiene sull’attenti anche noi grandi, perché non dovrebbe farlo con i bambini?

Paura del buio nei bambini: cosa fare?

Parto dal cosa non fare (anche se a volte viene naturale)

  • Non minimizzare
  • Non ridicolizzare
  • Non lasciarli da soli con la loro paura (maledizione a quei metodi che dicono di lasciar piangere i bambini!)

Ok, passiamo al cosa fare.

Costruire sicurezze

La paura del buio si affronta partendo dal giorno. Come? Generando sicurezze. C’è una cosa che si acquisisce intorno ai 2 anni che noi psicologi chiamiamo “costanza dell’oggetto“, in pratica il bambino impara a capire che le cose continuano a esistere anche se non le vede.

Sembra facile, ma vi assicuro che anche molti adulti con cui lavoro non l’hanno davvero acquisita (è per questo che sono così insicuri nelle relazioni, così spaventati da un possibile abbandono).

Questa cosa della costanza dell’oggetto permette al bambino di capire che il genitore continuerà a esistere anche se c’è di mezzo il sonno. Si costruisce di giorno, dicevo, perché bisogna dare idea al bambino che comunque torneremo sempre a prenderlo e che, anche se in quel momento non siamo disponibili, comunque lo faremo più tardi. Il miglior modo per costruire quest’idea è utilizzare delle routine: avere delle tappe che scandiscono la giornata permette al bambino di capire che cosa arriverà subito dopo. Sa cosa aspettarsi e questo lo tranquillizza: la mamma/il papà non scompare, torna. Anzi, scompare, ma poi torna.

Usare il gioco e le fiabe

Attraverso il gioco i bambini mettono in scena le proprie paure (vi mostro sui social, in questi giorni, qualche gioco che è creato ad hoc per affrontare le paure dei bambini). Vi aiuterà a coglierle e a parlarne.

Anche le fiabe mettono in scena le paure dei bambini. A volte non le leggiamo per paura di spaventarli, in realtà hanno effetto catartico: attraverso il gioco vivono e “buttano fuori” le loro paure.

Quando chiedere consulto a uno psicologo?

La paura del buio nei bambini è normale, dicevamo. Ci sono casi, però, in cui può essere necessario chiedere un consulto a uno specialista. Vi pongo alcune possibili situazioni:

  • Quando troppo intensa
  • Quando si associa ad altre situazioni (pipì a letto, forte momento di cambiamento a scuola o a casa, difficoltà nelle relazioni, difficoltà scolastiche, cambio improvviso nell’umore o nel comportamento)
  • Quando non accenna a passare con il tempo

In questi casi, provate a consultare uno psicologo o almeno il pediatra di fiducia per capire cosa sia più opportuno fare.

Se posso essere utile, trovate qui i miei percorsi per bambini e adolescenti.
About The Author

Alessia Romanazzi

Psicologa e psicoterapeuta. Aiuto le persone ad affrontare momenti di stress temporanei o prolungati. Insieme cercheremo la tua personalissima soluzione per superare il momento critico. Mi trovi in studio a Saronno e a Milano. Attraverso Skype in tutto il mondo!