“Ha un modo di masticare che mi fa saltare i nervi”. “Smettilaaaa! Questo rumore è insopportabile!” “Non mi sono goduta nemmeno un secondo di film ieri sera al cinema, perché di fianco a me c’era uno che masticava la cicca in una maniera fastidiosissima! Avrei voluto urlargli di smetterla!”.
La misofonia è un disturbo caratterizzato da una scarsa tolleranza nei confronti di certi rumori o suoni.
Sono io o è il suono che è davvero fastidioso?
In alcuni casi, chi soffre di misofonia trova fastidiosi suoni o rumori che risultano neutri per la maggior parte delle persone o di cui la maggior parte delle persone nemmeno si accorge. In altri casi, si tratta di rumore che sono fastidiosi per molte persone, ma chi soffre del disturbo ha una reazione emotiva molto più forte rispetto alla media: forte rabbia, aggressività, profondo disgusto e/o stati d’ansia.
L’emozione è percepita come molto forte e sembra difficilissimo autoregolarla. L’istinto, volto a regolare lo stato di rabbia/ansia/disgusto, è quello di allontanare o avere una reazione aggressiva, violenta nei confronti di chi sta producendo il rumore (l’istinto, eh? Non le azioni…).
Internamente, si avverte un turbinio emotivo e possono essere presenti reazioni fisiche tipiche della forte rabbia e forte ansia: tachicardia, respiro affannato, muscoli tesi… .
Come mai soffro di misofonia? Perché certi suoni mi danno così fastidio?
Gli studi sulla misofonia sono ancora molto scarsi, anche perché è “solo” un ventennio che è stata riconosciuta come disturbo.
Pawel e Margaret Jastreboff (2001) hanno descritto la misofonia come un disturbo in cui alcuni pattern di suoni sono associati a esperienze o a persone spiacevoli. Chi soffre di misofonia ha una serie di collegamenti atipici/insoliti tra alcune aree sonore e alcune aree emotive del cervello. Quando si sente una certa tipologia di suono, quindi, si attiva quasi automaticamente un certo tipo di emozioni e la relativa risposta attacco/fuga (attacco la fonte sonora o la evito andandomene, questo è l’unico modo che conosco per regolare quell’emozione).
Le associazioni suono-emozione sono così forti che si attivano in automatico e ciò comporta che la persona non rende subito conto di ciò che sta accadendo, ma la reazione è già attivata: prima ancora di poter verbalizzare il fastidio (consapevolezza), il mio corpo si è messo all’opera per attaccare o fuggire.
Alcuni eventi di vita portano ad associare alcuni suoni (ma se ben ci pensiamo anche profumi e sensazioni tattili) ad alcune emozioni. In alcuni casi, vengono associati a qualcosa di spiacevole per cui il cervello si attiva per proteggerci, per difenderci dal suono e dalle conseguenze che abbiamo imparato ad associare. Non importa se la cicca al cinema non sia necessariamente fastidiosa in sé, il punto è che quella cicca mi ricorda una situazione dell’infanzia in cui mi sono sentita fortemente a disagio o in ansia, in cui avrei avuto voglia di darmela a gambe, ma magari non ho potuto farlo. La cicca al cinema funge da trigger: spalanca la finestra di alcuni ricordi del passato e mi fa provare le sensazioni (spiacevoli) che ho provato un tempo. Il mio cervello si attiva per mettere a tacere la sensazione di fastidio e disagio.
Ok, soffro di misofonia: cosa faccio?
Essendo pochi gli studi, non abbiamo grossi riscontri in termini di efficacia.
Partiamo quindi da mettere a fuoco il nostro obiettivo: togliere l’associazione tra suono ed emozione spiacevole.
Una delle forme di terapia nate proprio per evitare che il passato continui a essere presente, riportando i ricordi del passato nel passato e lasciando vivere alla persona il presente per come è (magari fastidioso, ma non in modo eccessivo) è la terapia EMDR. Posto che non esista un metodo più efficace di un altro e che in terapia si possono strade diverse per raggiungere un medesimo obiettivo, credo che la terapia EMDR abbia la possibilità di lavorare efficacemente e in tempi non troppo lunghi sul problema.
Nulla vieta, tuttavia, di intraprendere altri percorsi di terapia che utilizzeranno semplicemente altri strumenti per lavorare sull’associazione tra quei suoni e particolari emozioni.
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