Perché durante un attacco di panico o di ansia ti sembra di svenire?

Perchè durante un attacco di panico ti sembra di svenire

Se hai avuto, almeno una volta nella vita, un attacco di panico o di ansia molto forte, lo sai: a un certo punto la testa sembra stordita, annebbiata, poco lucida e hai una sgradevole sensazione di svenimento o soffocamento. Perché? Cosa succede esattamente?

Il problema è la respirazione: durante un attacco di panico o di ansia ti sembra di svenire o di soffocare perché stai respirando male. Per dirla in termini tecnici, durante un attacco di panico o di ansia tendi a iperventilare. Sembra una cosa scontata e poco importante, ma è fondamentale: l’iperventilazione, infatti, peggiora i sintomi provocati dagli attacchi di panico o di ansia. Chi soffre del disturbo ha molta più paura dei sintomi che portano gli attacchi di panico, piuttosto che dell’attacco stesso; appena li avverte, respira più velocemente per combatterli, ma ottiene l’effetto opposto. Ora ti spiego perché.

La questione è abbastanza complessa da spiegare. Provo a farlo in parole semplici, andando con ordine.

Cosa succede normalmente quando respiriamo?

Se hai visto “Esplorando il corpo umano” sei già avantissimo (!). Se non lo hai visto, puoi ripassare la puntata sul sangue.

 

Quando inspiriamo, l’ossigeno entra nei polmoni e si lega all’emoglobina (una molecola dei mitici globuli rossi del sangue). In pratica, l’emoglobina porta l’ossigeno in tutto il corpo e lo rilascia nelle cellule. Le cellule, a propria volta, “prendono” l’ossigeno, lo usano per avere energia (ad esempio, per fare un movimento) e producono una sorta di gas di scarico, l’anidride carbonica. Il sangue fa, quindi, il carico di anidride carbonica e la porta fino ai polmoni, che la butteranno fuori attraverso l’espirazione.

Come fa l’ossigeno a passare dall’emoglobina alle cellule?
Proprio grazie all’anidride carbonica, che “stacca” l’ossigeno dall’emoglobina.

 

Quindi, è importantissimo avere molto ossigeno, che “nutrirà” le cellule, ma è fondamentale anche avere l’anidride carbonica, altrimenti l’ossigeno rimarrà bello attaccato all’emoglobina (un po’ come facciamo noi con il piumone nei lunedì invernali!)

 

tired wake up GIF

Cosa succede quando iperventiliamo?

Iperventilare implica respirare in maniera molto veloce e/o molto potente. Tipo così:

paper bag GIF

In questi casi, avremo moltissimo ossigeno nel corpo, ma pochissima anidride carbonica, perché ne buttiamo fuori troppa espirando e non ne rimane abbastanza nel corpo. Così facendo emoglobina e ossigeno si legano in maniera strettissima, della serie “E non ci lasceremo maiii‘”.

cat boyfriend GIF by Tiffany(i due gatti interpretano ossigeno e emoglobina, se arrivasse l’anidride carbonica potrebbe dividerli, ma così..come si fa?!?)

 

Inoltre, alcuni vasi sanguigni si restringono, soprattutto quelli che portano il sangue in certe aree del cervello.

Risultato? Arriva sicuramente più ossigeno ai polmoni, ma ne arriva anche meno ad alcune aree del cervello.

Quando voglio farla semplice, dico così: quando iperventiliamo, il cervello si ossigena male e la testa sia annebbia.

 

cat GIF by sheepfilms

Prima o poi ti radiano dall’albo, se continui a parlare così

 

Lo so. Ne predo atto, ma le persone devono capire quel che diciamo!

Quindi, dicevamo, “poco ossigeno al cervello” e qual è la sensazione?

  • Mancanza di aria/senso di soffocamento
  • Testa “stordita”, leggera
  • Sentirsi strani, fuori dalla realtà
  • Confusione
  • Tachicardia (il cuore batte veloce)
  • Formicolio alle mani o in altre parti del corpo
  • Mani sudate
  • Gola secca

 

Cosa facciamo di solito quando sentiamo che ci manca l’aria?

Ovviamente, respiriamo più a fondo o più velocemente. Di fatto, aumentiamo la tendenza a iperventilare, ma questo non aiuta, bensì peggiora i sintomi. E’ proprio così che possono subentrare:

  • Vertigini
  • Nausea
  • Sensazione di soffocamento
  • Sensazione di svenire
  • Dolore/costrizione al petto
  • Sensazione di avere i muscoli paralizzati
  • Terrore

I sintomi dell’iperventilazione sono uguali uguali a quelli dell’attacco di panico. E’ il motivo per cui, chi soffre di attacchi di panico o di ansia molto forte tende a scambiare il “fiatone” dovuto a una corsa (o alle troppe scale) per un attacco di panico o di ansia.

La cattiva interpretazione di quello che sta succedendo spaventa e, per la paura, si è portati a iperventilare ulteriormente .
Perché?

Perchè aumenta in noi la sensazione di paura e, quando abbiamo paura, prepariamo il corpo a intervenire per affrontare o per scampare un pericolo (reazione di attacco o fuga). Questa reazione è normalissima, ma per chi soffre di attacchi di ansia o di panico diventa insostenibile, una pallina sul piano inclinato.

Il corpo, in teoria, è ben equipaggiato per fronteggiare eventuali sbilanciamenti tra ossigeno e anidride carbonica. Sono meccanismi automatici, simili a quelli che regolano la fame, la pressione (impedendo di svenire ogni volta in cui ci alziamo in piedi) e la temperatura corporea. Fino a quando l’organismo riesce a compensare la diminuzione dell’anidride carbonica, l’iperventilazione passa quasi inosservata. Tuttavia, la concentrazione di anidride carbonica nel sangue è bassa, quindi piccoli cambiamenti (sospiri, iperventulazioni più forti) possono scatenare i sintomi che abbiamo visto sopra.

Cosa fare?

Se son risucita a spiegarti tutto in maniera chiara, avrai capito perché una buona respirazione è così importante per fronteggiare gli attacchi di ansia o di panico. Riuscire a respirare bene, è fondamentale per avere nuovamente la giusta proporzione di ossegeno e di anidride cabonica. In questo modo, “il cervello sarà ben ossigenatoe non avrai più quella sgradevole sensazione di avere la testa confusa o di rischiare lo svenimento da un momento all’altro.

Questo è il motivo per cui ti rompo sempre le scatole con gli esercizi di respirazione. Pensa che anche nei miei percorsi rivolti a persone che soffrono di ansia o di panico, una delle prime cose che faccio è insegnare a respirare bene. Questo offre la consapevolezza di poter padroneggiare i sintomi degli attacchi di ansia o di panico ed è il primo passo per affrontarli.

 

Sono riuscita a dare una spiegazione decente? Si capiva o ti sono rimasti dei dubbi? Scrivimi e sarò felice di provare a rispondere alle tue domande!!

 

* Articolo tratto da “Trattamento dei disturbi d’ansia” di Andrew et al.

About The Author

Alessia Romanazzi

Psicologa e psicoterapeuta. Aiuto le persone ad affrontare momenti di stress temporanei o prolungati. Insieme cercheremo la tua personalissima soluzione per superare il momento critico. Mi trovi in studio a Saronno e a Milano. Attraverso Skype in tutto il mondo!

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