Piangere non serve a niente (?)

Piangere non serve a niente

In terapia si piange, moltissimo. Ho il cassetto pieno di fazzoletti di carta di scorta.
La cosa che più mi colpisce è che molti si scusano quando piangono, mentre mai verrebbe in mente di scusarsi per una risata. Perché? Qual è la differenza? Non si tratta pur sempre di emozioni?

In linea teorica sì, le emozioni sono tutte uguali, ma alcune sembrano metterci più a disagio di altre e desideriamo metterle sotto al tappeto. In realtà, hanno una loro funzione.

Perché si piange?

La risposta è abbastanza controversa e gli studiosi non sono ancora tutti d’accordo sulla motivazione per cui si pianga. A ciò si aggiunge un’ulteriore difficoltà: piangiamo provando emozioni diverse (si piange per tristezza, per rabbia, per senso di impotenza…).

Ok ok, piangiamo anche quando tagliamo le cipolle, ma le lacrime provocate da emozioni sembrano avere una composizione diversa (contengono più proteine e questo dona loro anche un diverso effetto, per cui tendono a essere più “appiccicose” e a scendere più lentamente lungo il viso e questo le rende anche più facili da vedere).

Proviamo comunque a vedere qualche motivazione:

Piangiamo per tenere gli altri vicini

Vale per i bambini, che così si garantiscono (si spera) la protezione da parte dei grandi, ma funziona anche con gli adulti. Lo dico sempre ai pazienti che si vergognano a piangere e pensano ci sia qualcosa di sbagliato in questo: pensiamo di fare una brutta figura, ma nella maggior parte dei casi li portiamo a prendersi cura di noi (per una bellissima caratteristica, che è l’empatia).

Piangiamo per manipolare gli altri

Ok, questa è meno romantica, ma pensate ai litigi: se uno dei due si mette a piangere dovrebbe placare la rabbia dell’altro (a volte, però, aumenta il nervoso, dato dal fatto di essere stato manipolato). E qui, quindi, mettiamo in dubbio il punto successivo.

Piangiamo per rabbia (?)

Molto probabilmente sì, ma diventa difficile capire se sia davvero rabbia che non riusciamo a esprimere (impotenza) o se sia un tentativo di mettere al tappeto la rabbia dell’Altro.

Piangiamo per provare tristezza.

Sì sì, ho scritto bene: in molti casi le lacrime sono una conseguenza della tristezza, ma a volte la scatenano. Pensate a quei periodo in cui sapete che dovreste sentirvi triste, ma proprio non ci riuscite a sentire quello che provate, poi vi sedete davanti alla tv e al primo film triste (o alla prima pubblicità sensibile!) scoppiate a piangere. Quasi ci si sente meglio, anche se si sta malissimo. Ecco, piangere non fa star meglio (gli studi ci dicono che l’umore peggiora piangendo), ma abbiamo dato una forma concreta alla nostra emozione e questo ci serve. Vado al punto successivo.

Piangiamo per un senso di liberazione.

Piangere è catartico. Non fa stare meglio, ma permette di liberare l’emozione. Quindi, tornando al momento triste, chi riesce a piangere e a liberare l’emozione, dopo un tot. di tempo starà meglio di chi non ha avuto questo momento di pianto&liberazione. E’ come se ci si fosse concessi il tempo per vivere l’emozione.

Nella vostra personalissima esperienza ci sono altri motivi per cui si piange?
Sad Cat GIF by memecandy
Piango perché sono le 17.00 e ancora
non mi hai dato le crocchine
del pomeriggio.

Alcune informazioni che trovate nell’articolo sono tratte da: https://www.stateofmind.it/2016/11/psicologia-del-pianto/

About The Author

Alessia Romanazzi

Psicologa e psicoterapeuta. Aiuto le persone ad affrontare momenti di stress temporanei o prolungati. Insieme cercheremo la tua personalissima soluzione per superare il momento critico. Mi trovi in studio a Saronno e a Milano. Attraverso Skype in tutto il mondo!