Nei corsi per neo e future mamme, gli incontri di cui mi occupo io sono quello sul rapporto di coppia e sul pianto. Specialmente durante quest’ultimo pongo una domanda alle partecipanti: “Cosa fa risuonare in voi il pianto del bambino?“. Ognuno ha la propria risposta: nulla di che, ansia, angoscia, irritazione… .
Questo perché proiettiamo sul pianto qualcosa di noi. Per un attimo, non ascoltiamo realmente il bambino, perché c’è una sorta di rumore di fondo che ci distrae: è quello delle nostre esperienze passate.
Nella maggior parte dei casi, tuttavia, non ce ne rendiamo conto e, quindi, pensiamo di rispondere al pianto del bambino, ma in realtà stiamo reagendo a una nostra esperienza passata (e quindi non ci si irrita tanto per il pianto del neonato in sé, quanto per quello che viene automaticamente collegato a quel pianto).

cosa cavolo c’entri ‘sta roba con il diventare più sicuri.
Ovviamente, non facciamo questa cosa solo davanti al pianto di un neonato, ma ripetiamo la faccenda nella maggior parte delle nostre esperienze quotidiane. In pratica, ripetiamo degli schemi, portando nel presente anche molte insicurezze che hanno caratterizzato situazioni passate e andando, di fatto, ad alimentarle.

Le nostre insicurezze dipendono dai nostri genitori? Ne abbiamo parlato qui: “Se sono così è colpa di mio papà?“
Tre spunti di riflessione per (provare a) diventare più sicuri
Ce lo eravamo detti anche in quest’articolo sull’autostima: non si diventa più sicuri da un giorno all’altro. La conquista della sicurezza in noi stessi (che non dovrebbe mai essere totale) è un processo che si sviluppa nel tempo, un lavoro fatto con noi stessi, ma anche grazie ad altri.
Ma ora vediamo insieme delle tappe fondamentale per (provare a ) diventare più sicuri di sé:
LA CONOSCENZA DI SE’ “LIBERA” DAGLI AUTOMATISMI
Gli schemi che abbiamo costruito nel passato vengono usati come delle speciali lenti attraverso le quali filtrare l’esperienza presente. Questo va benissimo ed è normale. In alcuni casi, tuttavia, quelle lenti ci impediscono di vedere la realtà per quello che è davvero oggi.
E’, quindi, fondamentale cogliere i propri schemi e capirne l’origine, in modo da dosare la nostra esperienza emotiva oggi.
ESEMPIO: “Davanti alle persone nuove vado in panico e mi sento stupida“
Non conosci quella persona, per cui dubito possa farti sentire stupida di suo. In quali altre situazioni del passato ti sei sentita stupida allo stesso modo? Quali persone ti hanno fatto provare la stessa cosa? Hanno qualcosa in comunque con la situazione vissuta oggi?
COME FARE: serve un lavoro di conoscenza di sé, delle proprie caratteristiche (qualità e limiti, a seconda dei casi). Fare attenzione alle situazioni in cui l’emozione appare troppo intensa rispetto alla situazione vissuta (troppo in ansia, troppo triste, troppo arrabbiato…).
RELAZIONI CHE CURANO
Le esperienze del passato ci danno certamente un’impronta, ma non è un’impronta scolpita nella pietra e immodificabile. Se le prime relazioni (genitori) sono certamente fondamentali, le relazioni successive possono essere “riparative” (nonni, allenatori, maestre, partner…).
Avete presente la resilienza? E’ quella capacità di affrontare le difficoltà “senza rompersi”. Ecco, in molti casi possiamo fare in modo che alcune relazioni correggano le prime e ci aiutino a diventare più sicuri. Talvolta, lo facciamo naturalmente, in altri casi dopo un lavoro su di noi (perché se inizio a capire i miei automatismi, magari la smetto di scegliere partner che confermino le mie paure e le mie insicurezze, anziché confermarle!).
LA PSICOTERAPIA
Così come alcune relazioni nella vita possono aiutarci a sviluppare un maggior senso di sicurezza (con se stessi e con gli altri), anche la psicoterapia fa lo stesso. Qualunque sia il motivo per cui si inizia un percorso (ansia, attacchi di panico, problema alimentare, momento di stress o di blocco…) la relazione terapeuta aiuta a sviluppare una maggior conoscenza di sé. Credo che il termine self confidence renda bene l’idea: si prende maggior confidenza con se stessi e, come dicevamo prima, conoscersi può aiutare a diventare un po’ più sicuri.