Te lo sarai certamente sentito dire almeno una volta nella vita: “Non farti aspettative!” . In genere, è una frase che ci viene detta o che noi stessi ci diciamo in seguito a una delusione. Ma è davvero possibile vivere senza aspettative? E, anche ammesso che lo sia, è sensato non averne?
Prova a pensare quando la sera decidi cosa indosserai il giorno dopo (se decidi direttamente al mattino, cosa indosserai il giorno stesso). Immagina di prendere i vestiti a casaccio, senza tener conto delle temperature, delle previsioni meteo o, più semplicemente, dell’occhiata che hai dato poco prima fuori dalla finestra. Potresti azzeccare i vestiti giusti, ma potresti anche sbagliare clamorosamente e rimanere infastidito per il resto della giornata. In questo periodo, in cui il tempo è ballerino, hai certamente un’idea di cosa significhi vivere senza vere e proprie aspettative (anche se, da queste parti, la pioggia delle 18.00 è ormai una certezza, dannazione!).
Se ti soffermi un attimo a pensare, scommetto che potrai trovare altri mille esempi di aspettative utili. Provo a buttar lì qualche idea in ordine sparso:
– Il mio capo di che umore è stamattina? Se ha un’espressione seria, mi aspetto che l’umore sia negativo, quindi rimanderò la richiesta di aumento ad un altro giorno;
– Mi aspetto che il 10 del mese arrivi lo stipendio e, in base questa aspettativa, regolo le mie spese;
– Mi aspetto che l’autobus passi alle 7.35, in modo da essere al lavoro alle 8.00;
E così via. Le aspettative più grosse e più difficili da azzeccare, ovviamente, sono quelle che hanno a che fare con le relazioni. Eppure, anche lì sono inevitabili e necessarie.
Posso vivere senza aspettative nelle relazioni?
“Non aspettarti nulla dagli altri o rimarrai deluso!“.
Dai ammettilo, lo hai pensato almeno una volta nella vita. Oppure te lo sarai sentito dire in varie salse, no?
Esattamente
Ecco, ho la brutta notizia: oltre ad essere impossibile, è pure innaturale non avere totalmente aspettative. Come abbiamo visto in un precedente articolo (“Perché me li scelgo tutti con il lanternino“), tutti noi abbiamo delle aspettaive, che si formano sin dalla prima infanzia e si arricchiscono con le esperienze: è una “traccia” che guida le nostre relazioni. Senza questi “schemi relazionali” saremmo completamente allo sbaraglio.
Le aspettative guidano il nostro modo di rapportarci con gli altri. Non solo, ci aiutano anche a capire come potremmo comportarci in una determinata situazione e a prevenire eventuali pericoli.
Ok, sembra tutto bellissimo.
Quindi perché ci rimango male quando mi faccio delle aspettative?
Perché molto spesso le aspettative vengono confuse con le certezze e le certezze diventano illusioni.
Prima regola per non rimanere delusi: Ricordarsi che le aspettative sono semplicemente ipotesi.
Ci possiamo aspettare qualcosa da una situazione, ma non dobbiamo mai dimenticare che, a meno che la questione non dipenda al 100% da noi (niente persone coinvolte, niente fattori esterni che possano ribaltarla…), ci sarà sempre la possibilità che quella aspettativa subisca delle variazioni. Spera, credici, motivati e lotta, ma tieni sempre a mente, in un angolo della testa, che c’è la possibilità che le cose vadano in maniera leggermente o totalmente diversa da quello che ti aspetti.
Non serve a fare i catastrofisti, ma semplicemente ad essere realisti e a pensare che, forse, sarà necessario un piano B.
SECONDA REGOLA PER NON RIMANERE DELUSI: “dove sono le prove?” e Imparare a chiedere
Senza toglierti il gusto della speranza, chiediti dove sono le prove che quella cosa abbia buone probabilità di realizzarsi. In altre parole, fai un bilancio tra aspettative e realtà. Tu ci speri molto, ma quanto è possibile che si realizzi? Da cosa dipende? Puoi fare qualcosa per dare una mano alla situazione?
Ad esempio, siamo poco abituati a chiedere. Molto spesso le nostre aspettative rimangono deluse semplicemente perché speriamo che gli altri ci leggano nella testa e indovinino cosa vogliamo e cosa vada bene per noi. Perché non domandare? Cosa ci trattiene dal chiedere? Forse l’altro non ha capito, ma chiedendo può essere all’altezza di quello che ci aspettiamo. Non pensare che se non ti legge nella mente, ma invece necessita di una tua richiesta, allora la sua azione varrà un po’ meno.
Aspetta. Questa cosa è così importante e sfugge così tanto di mente che voglio scriverla in grande, in modo che il messaggio arrivi forte e chiaro.
Ok, ma non urlare!
terza REGOLA PER NON RIMANERE DELUSI: FLESSIBILITà
Hai presente la frase (anch’essa tipica) “Io do sempre 100 e gli altri mi danno indietro 2“? Quel 100 indica COSA è stato fatto e COME viene fatto o il SIGNIFICATO di un’azione?
Sono due cose diverse. In moltissimi casi, ci aspettiamo che gli altri facciamo ESATTAMENTE quello che abbiamo in mente. Non consideriamo il significato di un gesto, il messaggio che sta sotto. Semplicemente, vediamo la questione bianca o nera: se lo fa come mi aspettavo io e come lo avrei fatto io al suo posto, allora va bene. In qualsiasi altro caso, è come se non avesse fatto niente e ha deluso le mie aspettative.
Questa regola del “bianco o nero” la applichiamo alle questioni più svariate, dalle pulizie (dai, ammettilo che se non pulisce come faresti tu vai su tutte le furie!) al “non mi ama abbastanza”. Di fatto, abbiamo delle aspettative troppo strette: se nn fa esattamente quello che mi aspettavo, allora non ha fatto nulla. Non ci rendiamo conto che, spesso, è l’aspettativa troppo stretta a farci rimanere delusi, non l’altra persona.
Puoi provare a porti in manera più flessibile e a chiederti se l’altro non abbia comunque fatto qualcosa, pur in maniera diversa da come te l’aspettavi. In tanti casi, non sono soddisfatti il COME e il COSA, ma il significato sottostante all’azione è il medesimo. Forse conta di più, o no?
ESEMPIO (ispirato liberamente a una possibile seduta di psicoterapia)
Paziente:”Mi aspetto che mi dimostri che mi ama”
Terapeuta:”Cosa ti aspetti?”
P. “Mi aspetto che mi abbracci quando torno a casa dal lavoro e che, durante la giornata, mi scriva almeno un paio di volte”
T.”Lo fa?”
P. “Ovviamente, no. nessuna delle due cose”
T. “Prova a pensare quali azioni fa che, a modo suo, possono rappresentare il suo modo per dimostrarti che ti ama”
P. “Mah…beh, quando torno a casa mi fa un sacco di battute, che mi fanno molto ridere”
T. “Potrebbe essere il suo modo per dirti che coglie la tua stanchezza e vuole farti svagare?”
P. “Beh, sì, immagino di sì”
T. “Potrebbe essere il suo modo di dimostrarti che ti ama?”
P. “Penso di sì. E’ una persona concreta: non è una persona da tanti messaggi e smancerie, però la domenica mi prepara sempre la mia torta preferita..forse anche quello è il suo modo per dirmi che mi ama”.
Siamo tutti diversi e, in quanto tali abbiamo diversi modi di essere all’altezza di un’aspettativa.
La prossima volta, non perdere l’occasione di essere soddisfatto: guarda oltre il cosa fa e come lo fa, prova a osservare i suoi gesti, cogliendone il significato. Forse quello è il suo modo di dare 100, anche se diverso dal tuo.
Come sempre, fammi sapere cosa ne pensi tu sulla questione “vivere senza aspettative”. Son curiosa, lo sai! =)
3 Comments
Stefania
27 Giugno 2018Farò tesoro della frase”non perdere l’occasione di essere soddisfatto”. Ho sempre pensato che aspettative troppo grandi rischino di rovinare i rapporti, o più semplicemente alcune giornate. Senza rassegnazione, ma come regola per vivere più sereni. Questo post aggiunge un passo in più a questo mio punto di vista e mi insegna a guardare un po’ più in là.
Grazie!
Alessia Romanazzi
2 Luglio 2018Sono davvero contenta che torni utile per guardare un po’ più in là! Brava tu a cogliere il pezzo che ti serve e a farne tesoro (non è così scontato riuscire a farlo!)
=)
Tania
15 Agosto 2018Grazie di cuore questo articolo mi ha illuminato questa giornata triste. Grazie davvero. Ne farò tesoro.
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