Vorrei tanto dirvi che questo articolo nasce da un intento formativo, ma mentirei. Questo articolo nasce perché mi ero rotta le scatole di sentire opinioni costruite sul nulla. Nasce così anche la mia formazione sull’argomento, in realtà, perché sentivo sempre dire (ma tipo al bar eh?): “Eh ma i bambini hanno bisogno di una mamma e un papà” “Ah ma io sono favorevole alle coppie gay eh? però non al fatto che abbiano dei figli“. Per un po’, diciamo fino a una decina di anni fa, mi ero posta anche io il dubbio, senza propendere da nessuna parte, mi chiedevo solo quanto incidesse la faccenda. Poi ho scoperto che cosa significhino i termini funzione materna e funzione paterna e i miei dubbi si sono dipanati.
Cosa sono la funzione materna e la funzione paterna?
La FUNZIONE MATERNA è collegata al senso di accudimento e contenimento, che aiuta a sviluppare un senso di sicurezza (l’accudimento varia o dovrebbe variare a seconda della fase di vita in cui il figlio si trova). Qualcosa tipo: sei caduto dalla bici? Vieni qui che ti coccolo e ti metto il cerottino. Non preoccuparti, mi prendo io cura di te e ti guardo se decidi di risalire sulla bici, puoi stare sicuro.
La FUNZIONE PATERNA, in modo affettivo e collaborativo, ha due ruoli essenziali: creare una sorta di ambiente protettivo che permetta alla funzione materna di sviluppare il suo ruolo di accudimento e una funzione emancipatoria, ossia aiuta gradualmente il figlio a distaccarsi dalla funzione materna. Qualcosa tipo: ok, sto qui finché sei lì in braccio a farti coccolare e controllo io che non arrivino pericoli esterni. Poi, però, bello mio, sulla bici ci risali!
A dispetto del nome, sono funzioni indipendenti dal genere di chi le esercita. Nulla vieta una mamma di esercitare una funzione paterna (esempio: prendi la patente e vai da solo a ballare) o ai padri di esercitare anche la funzione materna (esempio: hai preso un brutto voto? Vieni qui che ne parliamo un po’, ti va?).
Capite bene che, su questa base, i miei dubbi si sono schiariti. Ma la faccenda non bastava, perchè rimaneva pur sempre un parere e per dire qualcosa di sensato occorre la ricerca (altrimenti rimane solo un parere o una singola esperienza e nessuno dei due fa statistica!). Quindi ho cercato gli studi e negli anni ne ho conservati un po’ da tirar fuori per spiegare che: puoi pensarla come vuoi, ma la scienza dice che…
[Sì, a volte con supponenza, qui devo ammetterlo, ma mi irrito quando i diritti umani vengono affossati dal parere del singolo].Oggi vi propongo alcune risposte alle domande più frequenti in merito. Tutte scientificamente basate!
Nota: parlo di “coppie e famiglie omosessuali” per capirci meglio. La dicitura corretta sarebbe “famiglie omogenitoriali” (genitori dello stesso sesso).
L’orientamento omosessuale dei genitori incide sull’orientamento sessuale dei figli? E sulla loro identità di genere?
Forse qui basterebbe la riflessione per cui, se davvero così fosse, non esisterebbero persone omosessuali o con disturbo dell’identità di genere. Voglio dire, ribaltiamola: da genitori etero nascono solo figli etero e con una “identità di genere lineare? No. Ecco, questo ci dovrebbe portare a pensare che l’orientamento sessuale dei genitori non incida su quello dei figli, ma noi abbiamo l’anima scientifica e vogliamo i numeri!
Vediamoci le ricerche.
Non ci sono differenze significative: crescere in famiglie omosessuali non accresce la probabilità di essere omosessuali. Uno studio (Golombok et al, 1996) evidenzia come la maggior parte dei bambini e delle bambine cresciuti in famiglie omosessuali abbia poi un orientamento eterosessuale in età adulta. Non che importi eh? Ma nel caso al bar qualcuno ve lo chiedesse…
E incide sull’identità di genere? Nemmeno. Ciò che incide non è tanto l’orientamento dei genitori, quanto l’essere o meno “a proprio agio” con la propria identità di genere e con il proprio ruolo genitoriale.
Non so se sia importante oggi come oggi -ma diciamolo che poi la zia Pinuccia ce lo dice: “Eh vedi che poi il bambino gioca con le bambole se ha i genitori gay“. E noi invece risponderemo: “Guarda zia Pinuccia, le ricerche ci dicono anche che, indipendentemente dall’orientamento dei genitori, i figli si orientano principalmente verso giocattoli tradizionalmente associati al loro sesso. Quindi per Natale puoi stare tranquilla“.
L’orientamento non incide nemmeno sulla scelta dei giocattoli. Questa ricerca risale agli anni ’80, presumibilmente c’era una sorta di link tra scelta del giocattolo e percezione del ruolo di genere. Ma in effetti questo “stigma” sembra riguardare ancora oggi le famiglie eterogenitoriali, ma non quelle omogenitoriali, dove si è visto (Boss&Sandfort,2009) come i bambini sembrano percepire in misura minore la pressione esercitata dai genitori a conformarsi agli stereotipi di genere.
I BAMBINI DI COPPIE OMOSESSUALI VIVONO IN UN CLIMA FAMILIARE DIFFICILE? L’ORIENTAMENTO DEI GENITORI INCIDE SUL LORO BENESSERE?
NO. Non emergono grosse differenze a livello di salute mentale, clima familiare e cura dei figli. L’adattamento, lo sviluppo e il benessere
psicologico dei bambini non sembrano essere influenzati dall’orientamento sessuale dei genitori.
La differenza si nota a livello della capacità di rispondere in modo adeguato alle richieste dei figli: i genitori omosessuali riescono meglio in questo rispetto alle coppie etero e questo incide sulle competenze sociali (cfr. domanda in questione).
In soldoni: la differenza nel benessere dei figli non dipende dall’orientamento dei genitori, quanto dal clima e dalla qualità delle relazioni.
Avere genitori omosessuali incide sullo sviluppo sociale e sessuale?
Non ci sono differenze significative. I genitori omosessuali sembrano, però, rispondere in modo più adeguato alle richieste e ai bisogni del bambino I padri omosessuali, in particolare, risultano più coinvolti nel processo di socializzazione dei figli rispetto ai padri eterosessuali (e qui è proprio un ottimo esempio di funzione paterna).
Per crescere bene occorrono un padre e una madre?
Nessuna evidenza che i bambini necessitino di una madre e di un padre per crescere bene; ciò che conta è la qualità delle cure genitoriali ricevute.
CI SONO DIFFERENZE TRA LE CAPACITA’ GENITORIALI NELLE COPPIE ETERO- E OMOSESSUALI?
Non emergono differenze significative tra i bambini cresciuti con genitori omosessuali e quelli cresciuti con genitori etero. Tuttavia, le coppie omosessuali riportano, rispetto a quelle eterosessuali, maggiori competenze genitoriali e una maggior consapevolezza connessa a criticità e risorse in relazione all’accudimento dei figli.
Le coppie omosessuali si dividono le responsabilità di cura dei bambini in modo più equo rispetto a quelle eterosessuali. Si riscontra una divisione più paritaria e la cura dei figli risulta distribuita in maniera più equa e meno ruolizzata rispetto alle coppie eterosessuali (mi son chiesta se, al contrario, elle coppie eterosessuali emergano maggiori difficoltà poiché incide la cultura relativa alle differenze di genere, inevitabilmente non troviamo la stessa pressione nelle coppie omosessuali).
Quindi, essere omosessuale influisce sulle capacità genitoriali?
No, la capacità genitoriale e l’orientamento sessuale non sono correlati. Ciò che incide sulle capacità genitoriali non è, quindi, l’orientamento sessuale quanto il benessere dei genitori e la qualità della relazione.
L’omosessualità è compatibile con l’efficacia della genitorialità. E, in generale, i figli di genitori omosessuali NON sono più a rischio, rispetto ai figli di genitori etero, di manifestare: confusione rispetto all’identità sessuale, comportamenti inappropriati al ruolo di genere, psicopatologia, sviluppo di un orientamento omosessuale.
La famiglia omogenitoriale è differente rispetto a quella eterogenitoriale, ma solo per ciò che concerne lo stile di crescita. I figli di omosessuali, infatti, crescono meno condizionati dai modelli culturali sulla sessualità rispetto ai figli di coppie eterosessuali.
P.s. I dati riguardano anche il contesto italiano. In una ricerca del 2008 si stimava che in Italia la genitorialità delle persone omosessuali:
- Non fosse quantitativamente marginale
- Fosse sia maschile che femminile
- Diffusa su tutto il territorio
- Riguardasse soprattutto bambini concepiti in unioni eterosessuali.
- Si trattasse di un fenomeno destinato a svilupparsi
Conclusione
Gli studi convergono sul fatto che non ci siano differenze significative nel benessere del bambino cresciuto in famiglie eterosessuali o omosessuali. Le differenze di benessere percepito si basano sulle relazioni con i propri
genitori, sul senso di competenza e di sicurezza dei loro genitori e sulla presenza di sostegno sociale ed economico.
BIBLIOGRAFIA PRINCIPALE:
Ordine degli psicologi del Lazio Reviews letteratura scientifica omogenitorialità 1978-2015
How Does the Gender of Parents Matter?
Il benessere dei bambini e delle bambine con genitori gay e lesbiche