Molti pazienti arrivano da me (o da un nutrizionista) per un percorso di fame nervosa con l’idea che quella dieta sia il passepartout per la felicità.
Il pensiero comune è: “Quando sarò più magra sarò anche più sicura di me, più sciolta, più socievole…”. Sembra davvero che quei chili di troppo siano il vero ostacolo alla spensieratezza e alla felicità.
Ecco, io ora non vorrei darvi una cocente delusione, ma in realtà è esattamente il contrario: sono le nostre caratteristiche interiori che non permettono di perdere peso. Certo, quando si perde qualche chilo, spesso ci si sente più sicuri di sé e sembra aumenti l’autostima, ma la cosa non dura a lungo: o si ripresentano le insicurezze o tornano i chili di troppo (o entrambe le cose -_-‘).
I chili di troppo sono un ottimo alibi
Questo discorso non vi piacerà, ma è necessario comprendere questo aspetto per uscire dal tunnel della fame nervosa: il peso è un alibi.
Molte persone “usano” (inconsapevolmente, of course) il peso per giustificare alcune difficoltà: se non sono sereno, felice, spensierato, socievole è per il peso. Nel momento in cui i chili di troppo dovessero venire a mancare, scoprirebbero che in realtà le difficoltà sono date da altro, sono difficoltà interiori. E a quel punto entrerebbero in crisi.
Ci si mette addosso un numero eccessivo di chili, proprio a causa di quell’infelicità, di quella rabbia repressa, di quella difficoltà ad essere spensierati. A un certo punto, però, la cosa sfugge di mano e dimentichiamo se sia nato prima l’uovo o la gallina e ci convinciamo che i chili di troppo siano la vera causa.
Questo anche perché è molto più tranquillizzante “dare la colpa” ai chili che non riusciamo a perdere, piuttosto che individuare in noi una reale difficoltà. Ci raccontiamo che, in fondo, per i chili basterebbe un po’ più di forza di volontà, ma non possiamo fare lo stesso con le faccende interiori.
Il caso della chirurgia bariatrica
Probabilmente, la chirurgia bariatrica non riguarda nessuno di voi, ma la prendo a titolo d’esempio perché è quella che mi convinta di quanto la faccenda peso come alibi abbia un fondamento.
La bariatrica è quella branca della chirurgia che si occupa del trattamento dell’obesità. Mi è capitato spesso di lavorare con pazienti che si erano sottoposti a questo tipo di operazione e che avevano perso moltissimi chili in pochi mesi. Purtroppo, in moltissimi centri questa operazione viene fatta senza un’adeguata preparazione psicologica e le conseguenze possono essere veramente grosse: pazienti che non si riconoscono; pazienti felicissimi del nuovo peso, ma che non hanno perso le vecchie dinamiche; pazienti che scivolano verso la depressione. Non tutti stanno male eh? Però a molti capita.
Senza addentrarci troppo nelle diverse implicazioni (ci vorrebbe un TeaPost a parte!), mi sono resa conto che molti di loro sono rimasti frastornati perché, dopo alcuni mesi, tutta quella felicità iniziale lasciava il posto alle vecchie insicurezze, alla solita difficoltà a gestire certe emozioni e a intoppi nelle relazioni.
Perché?
“Sono rimasta grassa dentro”
Il tutto può essere riassunto con la frase di una mia paziente che, dopo qualche seduta, mi ha detto: “In fondo, il perché è semplice: io sono rimasta grassa dentro“.
Tutte le caratteristiche che vengono associate al proprio peso in eccesso (ad esempio, il sentirsi goffi, insicuri, poco attraenti…) sono in realtà caratteristiche interiori. Fino a quando manteniamo un certo peso, ci convinciamo che quelle caratteristiche siano legate solo al proprio aspetto fisico. Nel momento in cui perdiamo molto peso, cade l’alibi. Continuiamo a sentirci insicuri, goffi e poco attraenti, ma a questo punto non riusciamo più a trovare una motivazione sensata. Dovremmo fare i conti con quello che abbiamo dentro, ma è difficile, siamo impreparati.