Come raccontavo qualche giorno fa su Instagram e su Facebook, il Giovedì per me è una giornata di corsa. Inizio al mattino a Saronno, poi mi sposto nello studio di Milano e torno nuovamente in studio a Saronno. Come potrai immaginare, rischia di essere una giornata stressante, dove il pensiero è sempre focalizzato su quello che bisogna far dopo. Ce la farò? E se arrivo in ritardo cosa succede? Arriverò viva a fine giornata?
Immagino capiti anche a te di vivere di corsa. C’è il lavoro, ma anche gli impegni familiari, il bambino da prendere a scuola, il genitore da accompagnare a fare una visita, la spesa da fare…Di fatto, ti sembra impossibile avere un minuto per te, in cui staccare davvero la testa. Una miriade di articoli ti spiega come rallentare per vivere meglio. Sono articoli interessanti, mettere in pratica quei consigli ti risolverebbe un sacco di problemi, per non parlare di quanto riusciresti ad abbassare lo stress, eppure non ci riesci, ogni impegno resta lì dov’è.
Posso capirti! Io mi sono arresa: certi impegni sono immodificabili, posso solo cambiare il mio modo di affrontare le cose che faccio. Per ritagliarmi qualche momento per me, nonostante continui a vivere di corsa, ho elaborato tre strategie. Te le racconto qui sotto, così puoi prendere spunto.
1. Riempi le pause con qualcosa di piacevole
In genere, anche la giornata “più di corsa” ha un minimo di pausa. Siano anche 5 o 10 minuti, prova a riempirli con qualcosa che ti piace. Puoi leggere un libro, l’ultimo articolo del blog che segui, concederti un the o un caffè, fare una breve camminata o stare semplicemente fermo a respirare (iscriviti alla newsletter: ti spiego come!).
Ad esempio…
Giovedì ero in estremo ritardo. Alcuni contrattempi hanno completamente fatto fuori tutto il margine di tempo che di solito programmo tra un impegno e l’altro. Mi accingevo a prendere la metro, a Milano, e pensavo che non ce l’avrei mai fatta a raggiungere Saronno in tempo. Cosa ho fatto? Ho avvisato la mia paziente successiva, scusandomi e spiegando che avrei tardato di circa 15 minuti. Dopodiché, dato che la metro non la guido io, ho deciso di staccare un pochino e ho aperto CasaFacile, acquistato quella mattina. Me lo sono gustato e questo mi ha permesso di ricaricarmi per l’ultimo step della giornata.
2. Applica la mindfulness
No, non immaginarmi mentre medito a gambe incrociate in metropolitana!! Mindfulness implica prestare attenzione al momento presente, ossia vivere davvero il momento in ci ti trovi. Poiché star ferma a meditare non è il metodo che preferisco, io la applico a quello che faccio in quel momento.
In una giornata all’insegna del vivere di corsa, è facilissimo focalizzarsi su quello che devi fare dopo. Sei al lavoro e pensi ai bambini da andare a prendere a scuola, vai a prendere i bambini e pensi alla cena da preparare, prepari la cena e pensi a quello che farai al lavoro domani. Ok, sei avanti, ma quando vivi? Bisogna correre ai ripari!
Prova a focalizzarti su quello che stai facendo. Cosa vedi? Cosa c’è intorno a te? Senti dei rumori? Ci sono colori vivaci o è tutto grigio?
Se hai scelto la tua attività piacevole (punto 1), concentrati lì sopra. Che emozioni ti dà? Com’è dedicarti ad essa?
Ogni tanto, i pensieri torneranno a divagare. E’ piuttosto normale. Quando accade, riaccompagnali gentilmente al momento presente.
Ad esempio…
Giovedì scorso, come ti dicevo, ho comprato CasaFacile e mi sono immersa nella lettura. Ho annusato il giornale (sì, è un po’ da matti, ma mi piace il profumo delle riviste nuove), ho letto qualche articolo e ho ascoltato che sensazioni provavo (il giallo era il colore dominante, quindi le sensazioni erano mooolto positive!). Quasi senza accorgemene, sono arrivata a Molino Dorino pronta per la corsa (eh già!) verso lo studio di Saronno.
3. Chiediti: mi cambierà la vita da qui a 5 anni?
Questa è una domanda da porsi, soprattutto quando pensi: arriverò tardi, non ce la farò mai a far tutto. Io me lo domando da tempo e ho scoperto che veramente poche cose, nel quotidiano, ti cambieranno realmente la vita da qui a cinque anni.
Quando sei in ritardo, prova a chiederti: “Se tardo 5 minuti, da qui a 5 anni cosa succederà?” (probabilmente te lo sarai scordato!)
Ad esempio…
Alla fine Giovedì ho fatto davvero un po’ tardi. Anche un pochino oltre i 15 minuti preventivati. La mia paziente è stata carinissima e ha compreso. Mi son detta che, forse, a volte è utile per far capire che nulla può essere davvero perfetto, nemmeno una psicoterapia. Forse, il mio ritardo, aiuterà la mia paziente a stressarsi meno la prossima volta in cui capiterà a lei di avere un contrattempo. Queste, ovviamente, sono ipotesi, ma quel che è certo è che il mio ritardo di Giovedì non cambierà nulla da qui a 5 anni, nè a me nè a lei (ma la ringrazio comunque di cuore per la pazienza!).
Come ti sembrano queste strategie? Possono funzionare anche per te? Provale e fammi sapere in un commento qui sotto!
Nel mio caso, funzionano perché:
- Permettono di avere un momento per me, senza dover cancellare alcun impegno
- Aiutano a staccare tra un impegno e l'altro (così mi ricarico per la corsa successiva!)
- Consentono di focalizzarmi su quello che sto facendo (anche sulle mie sacrosante pause!)
- Aiutano a vedere la giornata divisa in step e non come un unico blocco in cui vivo correndo
2 Comments
Eliana
12 Settembre 2017Lo trovo molto interessante questo articolo e raccontare la propria esperienza è il primo passo per dire che funziona! Grazie Alessia!
Alessia Romanazzi
1 Ottobre 2017Grazie a te!!! =)
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