C’è una cosa mi colpisce sempre moltissimo quando ascolto la storia delle persone: il tipo partner che scelgono cambia insieme a loro. Quasi sempre, infatti, le relazioni riflettono il nostro modo di essere e la fase di vita che stiamo attraversando.
Ma cosa influenza la scelta del partner?
Perché scegliamo proprio quella persona lì?
Beh mi sa che già la premessa lo rende ovvio (e in questo articolo ci chiedevamo perché li scegliamo tutti con il lanternino): non scegliamo il partner solo in base a motivazioni consce, ma anche in base a ragioni un po’ più nascoste. Oggi ne vediamo due.
1. Il partner riflette alcune parti di noi o parti complementari a noi
A volte (spesso, dai!) scegliamo partner che abbiano caratteristiche che noi stessi abbiamo, ma neghiamo o non accettiamo del tutto. Vederle nell’altro permette di accettarle e aprirci gradualmente oppure, al contrario, consente di respingerle e “odiarle” senza tuttavia odiare noi stessi (detestiamo il fatto che l’Altro abbia quella caratteristica, senza metterci in discussione in prima persona).
Esempio: Ho un forte bisogno di dipendere dagli altri (affidarmi a loro, aver bisogno di loro), ma non riesco ad accettarlo.
Situazione 1: scelgo un partner dipendente (anche nel senso positivo del termine) e imparo gradualmente che ci si può affidare agli altri e aver bisogno di loro, senza che questo mi comprometta. Imparo a “lasciarmi andare”.
Situazione 2: scelgo un partner dipendente (spesso in maniera meno positiva) e gli do del debole. Lo vedo come quello che non sa stare in piedi da solo e lo critico, mentre io mantengo la mia immagine forte, che non ha bisogno di nessuno.
2. Scegliamo il partner in base a paure e bisogni
Ognuno di noi ha delle paure e dei bisogni, più o meno nascosti. Spesso, scegliamo il partner in modo che risposta alle nostre paure e ai nostri bisogni e lo possiamo fare in modo positivo o negativo per noi stessi: possiamo scegliere qualcuno che metta un cerotto sulle nostre paure e si prenda cura dei nostri bisogni oppure qualcuno che confermi le nostre paure e “calpesti”/ignori i nostri bisogni.
Esempio: Sono una persona poco degna di essere amata e gli altri mi lasceranno
Situazione 1: Scelgo una persona che mi ami e si rapporti con me in modo da ricordarmi che anche io ho un valore e posso essere amata. E’ una persona equilibrata, che mi dà sicurezza e rende improbabile l’idea che possa andarsene da un momento all’altro.
Situazione 2: Scelgo una persona che confermi le mie insicurezze e, magari in maniera implicita, mi lascia qualche dubbio sui sentimenti che prova per me (poi io sono bravissima a crearmi ulteriori dubbi, date le mie insicurezze!). Ogni tanto ho l’impressione che possa andarsene da un giorno all’altro.
Su che base faccio una scelta positiva o negativa per me?
Ci sono svariate questioni che influenzano questa scelta: si parte dalle radici familiari, che in genere ci danno un’impronta sul tipo di attaccamento (il legame che andiamo a formare con gli altri) e si passa attraverso le diverse esperienze di vita, che possono modificare o confermare quel modello iniziale.
Per farla semplice (pur incompleta) funziona un po’ così: scegliamo il partner sulla base di alcuni schemi che si costruiscono durante l’infanzia. Questi schemi contengono l’idea che abbiamo su noi stessi, su come sono fatti gli altri, su come funzionano le relazioni, sulle emozioni che si provano nelle relazioni, su come gli altri reagiscono a queste emozioni…
Se impariamo a comprendere, prenderci cura e a elaborare quegli schemi in genere facciamo delle scelte che mettano un cerotto sulle nostre paure e che aiutino a prendersi cura dei propri bisogni.
Se non ci rendiamo conto di quegli schemi o se stiamo cercando che qualcuno li risolva dall’esterno, spesso facciamo delle scelte che vanno a confermare le nostre paure e che fanno un po’ a cazzotti con i nostri bisogni.